Certifichiamo come comunichiamo e viviamo, il nostro territorio, volgendo lo sguardo a quanto abbiamo lasciato dietro di noi, da molto, molto tempo.
Non ci compete, infatti, disquisire di emergenze sanitarie, ma di certificazioni importanti, da artigiani della cucina, ne esistono tante, tra queste, la disponibilità di riflessione sul come vivere e prepararsi ad un’Italia Bellissima.
E’ vero, noi cucinieri viviamo di contatto, di empatia rispetto ai desideri del nostro ospite tramite il quale riusciamo ad esprimere tutto quanto pensato ed elaborato in un taccuino.
Ed io, come tanti di voi, per contesti lavorativi, mi sono ritrovato a pensare al come rendere internazionale la nostra forma culinaria, rispettando le aspettative di chi sceglie noi come intermediari di bellezza gastronomica.
Mi sono chiesto spesso, come fare a restituire quella intangibile certificazione alla genuinità, di una Sicilia, vera, bellissima e di un’ Italia ancora più bella.
Ed in tale momento, mai come oggi, penso a quanto i confini si siano autodistrutti e quanto non occorra più difendere qualità esclusivamente ed egoisticamente territoriali.
Ma al contrario, oggi più di ieri l’espressione diventa universale, come d’altronde ho spesso affermato nei miei precedenti interventi.
Da questa premessa intendo condividere uno spunto che ritengo importante.
Ciò che ci apprestiamo a vivere, sarà un ex aequo, che ci porterà a riflettere, tanto, su valori, credo e regole di vita professionale, spesso trascurati per mancanza di un “ tempo” troppo spesso incalzante.
Grazie,
Chef Massimo Mantarro